giovedì 9 aprile 2009

prezzemolo e Africa

La Primavera è appena arrivata e già si corre, iniziamo i grandi trapianti di ortaggi e, come sempre, scarseggia lo spazio nelle serre. Così mi ritrovo a giocare a tertris per incastrare tra di loro le piantine di prezzemolo, insalata, valeriana, cicorie, pomodori, cavolfiori, sedani e altro, cercando di rispettare i sesti d'impianto e i tempi di sviluppo, cercando di vendere le colture che ancora occupano spazio... leggo i giornali e mi vergogno di essere italiano... perchè leggo un articolo di un amico che, giustamente, propone "il Lavoro" come alternativa alla disoccupazione! e sorrido, e piango, perchè, già, di tutti quelli che passano a chiedermi di poter lavorare nessuno ha idea di cosa significhi lavorare in campagna... e così ricevo curriculum di dottori e specializzati in questo e quel mestiere, ma mai nessuno mi ha scritto: bravo a zappare! e dopo un paio di giorni ripiegano su scuse come "mi son ricordato che non posso fare sforzi..." tantè che mi trovo come sempre a lavorare spalla a spalla con Bu o Tre, questi magnifici figli d'Africa, e parlando finiamo sempre in discorsi sul quanto sia brutto dover scappare dal proprio paese per mantenere una famiglia lontana.

Oggi piantando prezzemolo Tre mi ha dato lezioni di geografia, spiegandomi il percorso che collega il Mali con Lampedusa... un viaggio che purtroppo ho già letto (vedi post su BILAL), e mi racconta che la sua famiglia pretende da lui il pagamento ogni 7 mesi di una fornitura di riso, così come dai fratelli, uno in Spagna e l'altro in Germania... "l'Africa ha i figli, non i soldi..."

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