Tra i due, avvicinandosi il mio viaggio in Marocco, scelgo di iniziare a leggere "BILAL - il mio viaggio da infiltrato nel mercato dei nuovi schiavi", scritto dal giornalista Fabrizio Gatti, edito da Rizzoli.
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E' un diario di viaggio, di un viaggio folle che il protagonista fa calandosi nelle vesti di un immigrato clandestino. E' la cronaca di infinite storie che si intrecciano, di persone provenienti da stati africani ed est europei con in comune il sogno dell'Europa, ma che per molti si trasforma in un incubo. Sono 493 pagine, una quindicina d'ore di lettura, non riesci più a smettere, vuoi sapere come vanno a finire le storie narrate. Un libro che spaventa, soprattutto se capisci che l'Italia e fortemente coinvolta in quei drammi, anzi, ne è il motore, alimentando il mercato nero e la prostituzione, fornendo contatti e protezione, in un organizzazione che coinvolge mafia, politica e forze dell'ordine... Queste tremende rivelazioni sono fatte dal giornalista che, dal di dentro, raccoglie le informazioni direttamente dai clandestini, dagli scafisti, dai cuochi dei centri di accoglienza per profughi, dalle guardie nelle caserme in mezzo al deserto del Sahara, dai "caporali" delle piantagioni di pomodoro in sud Italia e dagli imprenditori milanesi...
Racconta la disperazione di chi fugge dalla povertà dei propri paesi, di chi si fa ingannare pur di poter partire, e viene derubato dei propri averi e della propria dignità lungo il suo viaggio. La giustizia e i diritti umani sono manipolati e ciascuno diventa schiavo di propri pensieri, dovendo scegliere tra una morte certa e un lavoro non retribuito.
Stanotte ho faticato a dormire.
Sono stato spesso vicino a persone che mi han raccontato il loro triste passato di immigrati, ho vissuto anche per quindici giorni in uno dei paesi citati nel libro. Oggi, grazie a Marco e a Gatti ho capito alcune cose in più su quel triste mondo.
Se vi va leggete quel libro, fa male, è vero, ma apre tanto gli occhi! E tra l'altro è scritto davvero bene.
C'è un passaggio, che ora non riesco a ritrovare, che scrive pressapoco così: a mezzogiorno, da queste parti, anche l'ombra va a cercar riparo sotto le scarpe...
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