mercoledì 1 ottobre 2008

Meditazioni serali




Mi capita a volte di fare dei lavori che ti impegnano troppo poco il cervello, come liberare le nocciole sgusciate da quel che resta del guscio, e così mi ritrovo libero di pensare, e accumulo una quantità esagerata di concetti nello spazio angusto della mia scatola cranica... da qualche parte poi li dovrò pur mettere, e così faccio nascere questa nuova rubrica nel mio blog, in cui butterò tutte suddette rifessioni...
sappiate fin d'ora che per buona parte saranno cazzabubbole, quindi, a saperlo, evitate di leggerle in futuro...

(P.S. in merito alla foto qui di fianco, non vi preoccupate, risale a sei anni fa, ora continuo a rinfoltire i miei capelli)

Oggi ad esempio filosofeggiavo sul perchè dovrei continuare a tagliar l'erba che poi torna a crescere, inesorabilmente, almeno tanto quanto prima. Ma in fondo ce l'ho seminata io, l'erba, sotto alle piante, per l'inerbimento dei frutteti, a rinvigorire quella selvatica che di per se non avrebbe garantito una copertura sufficiente.
Da lì son finito a pensare alla impronta ecologica della mia attività, alla passione per la natura e ai continui dubbi che questa mi suscita. Sul cosa sia giusto o non giusto fare in nome di uno sviluppo del settore agricolo, di un miglioramento della qualità che tenga anche conto della questione ambientale...

Ho letto un articolo sui danni della fauna selvatica ( sul coltivatore cuneese, ultima uscita), in particolare si parlava del ghiro, ultimo ritrovato in materia di danni alle nocciole... stasera il cane di mia sorella, "Tornado", ha dato il suo contributo di stanco predatore alla tutela del nostro settore produttivo, azzannando a morte uno di tali simpatici roditori.


In effetti in trentadue anni ricordo solo quattro episodi in cui mi sia capitato di osservare da vicino il ghiro (Glis glis per gli scienziati come me...): la prima,un ghiro in letargo in una scatoletta, da piccolo, a casa di zia Gina, ma mi era sembrato naturale, dal momento che casa sua è circondata da boschi; la seconda, all'università, dove nel corso di "biologia evolutiva dei vertebrati" ho avuto modo di vederlo da ogni angolazione; la terza, tagliando l'erba nel noccioleto, alcune settimane fa; e l'ultima, stasera, dove l'autopsia sul cadavere di Tornado ha portato all'inconfutabile sentenza: ghiro.
E' vero, gli ultimi due episodi, molto ravvicinati nel tempo, darebbero ragione dell'emergenza segnalata sulla rivista... scherzi a parte, ammetto che il simpatico animaletto possa trasformarsi in un vorace divoratore di frutta in guscio (in fondo l'unico cibo che sia in grado di soddisfarlo, insieme a bacche e gemme), e ammetto che laddove la concentrazione diventi superiore alla capacità di controllo naturale si renda necessario un intervento di contenimento.
Quello che ostinatamente mi si ficca tra i pensieri però rimane ancora una volta la soluzione "biologica" al problema: l'equazione è semplice: noi coltiviamo CIBO, che immediatamente e matematicamente sbilancia l'equilibrio naturale verso i consumatori primari, gli erbivori.
Dovrebbe seguire un periodo di regolazione naturale in cui anche i predatori approfittino del nuovo banchetto e crescano in popolazione. Già, ma dove vivono i predatori? Nei boschi per lo più, ma i boschi scompaiono proporzionalmente all'aumento dei noccioleti...e in ogni caso noi agricoltori fatichiamo a riconoscerli come alleati, dal momento che, ahiloro, non sono ghiro-tariani, cioè per dirla simpatica, non mangiano solo ghiri, ma anche polli e conigli... la faina ad esempio, la donnola, la volpe o il corvo! Già il corvo, la cornacchia, la gazza... questi poi mangiano anche i semi! Figurarsi se qualcuno è ancora disposto a riconoscer loro il ruolo di predatori!
A me mi sa che mi ci siamo un poco incasinati... Fatto sta che se un ghiro si aggira nel mio noccioleto, preferisco esser certo che grazie al bosco che ho lasciato lì intorno, qualche amico gheppio o qualche biacco abbia buon appetito stanotte e faccia il suo dovere! Se poi proprio la famiglia di ghiri decidesse di metter su casa in pianta stabile, vorrà dire che in cambio della simpatica presenza, concederò loro quei due chili di nocciole che vorranno mangiare... in fondo mi va di essere un buon vicino di casa...

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