martedì 11 novembre 2008

Chi non può farsi sentire e chi strilla


Lunedì mattina la Coldiretti Regionale ha organizzato un sit-in per manifestare di fronte alla Regione Piemonte, in merito ai ritardi sui pagamenti dei "premi comunitari" spettanti a noi agricoltori. Ho deciso di non parteciparvi, un po' perchè in genere preferisco le chiacchierate a tavolino alle strillate in piazza e un po' perchè in fondo credo che i nostri amministratori sappiano benissimo di doverci ciò che ci spetta... io sono tra quelli che per il fatto che fanno biologico, ricevono ogni anno un "compenso" dalla Comunità europea, quale riconoscimento per l'attività di tutela ambientale svolta, e come tutti gli altri sto ancora aspettando che i miei soldini arrivino.

Ma devo essere sincero, e so di andar contro all'opinione di molti colleghi agricoltori, ma col dovuto rispetto mi va di esprimere la mia opinione: preferirei che chi come me ha scelto un'agricoltura rispettosa dell'ambiente e della salute dei consumatori non dovesse accettare continuamente i compromessi che gli impone l'attuale impostazione del sistema agricolo, piuttosto che dover elemosinare quel misero contributo che ci viene riconosciuto perchè non facciamo altro che far bene il nostro mestiere...
Provo a spiegare alcune mie ragioni:
-Se un mio vicino fa un trattamento, IO devo mantenere le distanze di sicurezza dal suo campo, per poter certificare le mie produzioni...
-Se accade una contaminazione da OGM sono IO a dover rinunciare alla possibilità di commercializzare il mio prodotto.
-Se i vicini diserbando o conciando i semi uccidono gli insetti impollinatori, IO smetto di produrre (provate a chiedere agli amici apicoltori...).
-Quando tratto i miei campi, con i pochi prodotti ammessi dai disciplinari Bio, a bassissimo impatto ambientale, sono tenuto a compilare un tot di registri in cui sostanzialmente dichiaro di NON usare sostanze pericolose, mentre un collega convenzionale, non è tenuto a registrare praticamente nulla...
-Per di più quando vado a gettare, come tutti, i miei contenitori vuoti dopo un trattamento devo seguire una lunga prassi di "depurazione" del rifiuto, tossico-nocivo a causa delle quattro gocce che possono esser rimaste al fondo del vasetto ( scusate il sarcasmo, ma come mai il legislatore non si è piuttosto preoccupato delle migliaia di tonnellate di prodotto tossico che invece ogni anno vengono deliberatamente versate dagli stessi vasetti sul nostro cibo???!!!)

Insomma, è vero che col mio lavoro svolgo un importante ruolo di conservazione e gestione della natura, ma sinceramente, avrei preferito che anzichè riconoscere un qualcosa a me per il lavoro svolto, fosse stato chiesto a chi trattava, diserbava, inquinava di versare una quota a copertura del danno ambientale causato! E forse saremmo in più persone a scegliere un'agricoltura eco-compatibile, saremmo più persone a credere che la Terra sia un patrimonio comune, saremmo più propensi a pagare un prodotto ciò che vale, consapevoli che i costi di produzione devono anche tener conto dei danni ambientali.

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