lunedì 21 aprile 2008

Le api e il mais

Noi produttori bio a volte dobbiamo fare i conti con un mondo che sembra andare un po' di traverso... vi racconto una vicenda che sta accadendo qua e là in Europa e aimè anche a casa di alcuni cari amici apicoltori:

le api, lo sappiamo tutti, producono il miele, e fin qui tutto bene... per fare questo mestiere alcune di loro, le bottinatrici, si sono specializzate nella raccolta del nettare, e fanno lunghe distanze alla ricerca di fiori. Poi tornano all'arnia e depositarno il nettare, con cui si fa il miele, oppure il polline raccolto e anche la propoli. Poi queste api devono produrre i favi di cera e con le loro ali ventilare e riscaldare le giovani larve che crescono nei favi, oltre che nutrirle.

Stranamente quest'anno molte di loro non sono più tornate all'alveare, o sono a stento riuscite ad arrivarvi, per poi cadere a terra nelle vicinanze, con evidente e gravissimo danno economico per i produttori.

A quanto pare questo accade in coincidenza con la semina del mais! A me è parso quantomeno strano, visto che non avevo mai sentito parlare di api che si nutrissero di mais o di mais apivoro... ma oggi il mio amico mi ha spiegato l'arcano... sono i trattamenti che si fanno al seme, per la concia, contro funghi e insetti, con potenti prodotti chimici di sintesi ad azione sistemica, che vengono portati a spasso dal vento e finiscono sui fiori dove bottinano le api o sulla rugiada dove bevono... mentre me lo raccontava, come per magia, si è materializzato un forte odore chimico...un miracolo? No, il vicino di casa stava trattando il frutteto... e il vento, guarda un po', tirava addosso a noi... com'era già? deriva dei trattamenti? ???!!!
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